sabato 31 gennaio 2009

VIA ARCHAI











Ecco qualche fotografia...








venerdì 23 gennaio 2009

ANTICA LEGGENDA

Secondo una leggenda Talmudica
quando un bambino nasce
possiede
la conoscenza di tutte le vite precedenti

Un angelo appare
e lo istruisce a mantenere questo segreto,
pone il dito sulle labbra del bambino
che dimentica tutto.

una traccia del gesto dell'angelo rimane:
è il piccolo solco tra le labbra ed il naso.
Soltanto a questo punto
il bambino può emettere il suo primo grido.

domenica 18 gennaio 2009

ROCK

Ecco chiuso un altro weekend. Un weekend arrampicatorio dopo l'explois della settimana scorsa con lo sci alpinismo dove ho raggiunto con le pelli la cima di Grem qui nelle Oribie Bergamasche... ma al momento della discesa il panico mi ha invaso (pare sia una delle saliti più semplici in assoluto) e ho messo li sci nello zaino e son sceso a piedi.

Sabato con Michele e Paolo siamo stati in Antimedale. Non avevamo ben chiaro neanche noi cosa volevamo fare ma alla fine ci siamo buttati su Sentieri Selvaggi, una delle poche vie che non è stata ancora rifittonata. Ad aprirla ci hanno pensato nell'autunno del 1981 Dario Valsecchi e Delfino Formenti. Una salita in parte esplorative e in parte entusiasmante perchè ci sono delle lunghezze proprio belle su una roccia praticamente vergine in quanto non ancora unta.

Quest'oggi invece ero con Luigi e Rubens, l'idea era di salire qualcosa di semplice ad Arco, unica zona dove secondo il meteo sembra che ci fosse ancora il sole...
Ebbene quando questa mattina siamo arrivati nella valle del sarca abbiamo trovato un cielo tutto coperto e Luigi ha optato per il Pilastro Gabrielli, una via di Stenghel del 1978. A parte qualche lunghezza decisamente marcia e la chiodatura a tratti precaria la via è veramente molto bella dalla logica bestiale. Decisamente Too Hard for me. Soddisfatto.


DAL SITO ALPINISMO E SOLITARIETA'

PILASTRO GABRIELLI
G. Stenghel (Sten) e G. Vaccari 1978
250 metri di V° sup e VI° grado.
Dedicata all’amico Dott. Pietro Gabrielli che dal basso ci ha seguito e incoraggiato per tutta la salita.
Grande classica, non solo della parete ma della valle intera. Arrampicata molto esposta e di grande soddisfazione. Aperta dai primi salitori, allora giovanissimi ed inesperti, in arrampicata libera con l’uso soltanto di qualche grosso cuneo di legno e qualche chiodo artigianale per non parlare dei grossi scarponi ai piedi. A tutt’oggi la via è più protetta (consigliabile comunque portarsi dei grossi dadi o friends da incastrare nelle fessure).
Lo spigolo del Pilastro è inciso da una sequenza incredibile di diedri perfetti e slanciati (un miracolo della natura). La via dopo aver superato uno zoccolo erboso, segue questa linea dalla logica impeccabile. Nei primi tiri di corda c’è un passo di alcuni metri con roccia delicata poi la roccia diventa magnifica e l’arrampicata entusiasmante (soprattutto per la possibilità di protezione con nuts o friends che i primi salitori non avevano). L’ultimo diedro è molto atletico, una lunghezza fantastica, su roccia porosa con un’arrampicata di grande soddisfazione.
Attacco: Dalla verticale del Pilastro Gabrielli, traversare a destra fino ad una facile rampa erbosa. Alzarsi superando delle paretine (i primi salitori hanno trovato per alcuni metri una “corda di ferro”, probabilmente lasciata da precedenti tentativi). Obliquando a sinistra e vincendo delle paretine di roccia verticale si guadagna l’evidente diedrino grigio che porta sullo spigolo del Pilastro e sotto la parte più impegnativa.


UNA SCULTURA DELLA NATURA di Giuliano Stenghel

Un giorno piovoso d'autunno, con la mia vecchia motocicletta mi dirigevo verso la Valle della Mandrea; vi arrivai bagnato fradicio, immerso nelle nuvole che nascondevano ogni vista.
Avevo sentito parlare di un pilastro di roccia stupendo ed altrettanto ardito e trepidavo per il desiderio di poterlo almeno vedere; speravo nell'Ora del Garda e rimasi in attesa camminando pensieroso lungo un sentiero. All'improvviso mi apparve tutta la parete dalla quale risaltava imponente, scultura della natura, il Pilastro della Mandrea: un invito, un sogno che incantava.
Una via nuova per legare il mio nome a questa montagna, tracciando una via logica, ideale lungo quei diedri posti incredibilmente sul filo dello spigolo: per me era una attrazione fatale. Non salire solamente per il puro piacere d'arrampicare, ma per scoprire metro dopo metro, insomma, per vincere. Credo sia la stessa sensazione dell'artista nel creare la sua opera, credo ci voglia la stessa concentrazione e stato d'animo.

Ipnotizzato da quella vista, confidai l'idea al mio giovanissimo compagno di corda, Giorgio Vaccari. Arrampicavamo pieni di entusiasmo e con la forza dei nostri vent'anni. Allora non c'erano i dadi di tutte le misure, i friends o altri strani aggeggi, non c'erano nemmeno le scarpette leggerissime e super aderenti, ma esistevano solamente gli scarponi pesanti, i grossi cunei in legno che ci preparavano in falegnameria ed i chiodi in ferro con l'anello saldato in officina: eppure, impiegando molte ore, riuscivamo a salire.

venerdì 2 gennaio 2009

HAPPY NEW YEAR

Buongiorno mondo,
è in questa pausa pranzo che rubo una decina di minuti per scrivere sul blog. E' iniziato finalmente il nuovo e si spera (chi visse sperando... morì cagando) che quello nuovo porti una marea di novità. Novità assolute, Novità rivoluzionarie.
Intanto metto una fotografia della regina delle Orobie, la Presolana, augurando a tutti voi un buon anno.








Ma il vero motivo di questo post è per fare gli auguri ad un GRANDE dell'ALPINISMO.

Riccardo Cassin, che oggi compie 100 anni!!!