Fermo l'orologio. Tolgo addirittura la batteria per paura che la lancetta dei secondi faccia uno scatto in più.
Chiudo gli occhi e nel frattempo i miei polpastrelli continuano a battere sulla tastiera commettendo chissà quanti errori in un testo che probabilmente non rileggerò.
Mi ritrovo a spaziare, impaziente nel mio universo dei ricordi.
A colpo sicuro vado nel 2003 e vado alle Placche angelone. Il corso di roccia è appena terminato e le soddisfazioni avute in questo corso non si riuscivano a contare allora... figuriamoci oggi. Pochi giorni prima avevo ricevuto un attestato per il corso appena concluso. L'invito a continuare e allo stesso tempo a darmi da fare per buttar giù qualche chilogrammo.
Ora però sono alle Placche angelone e con me ci sono ancora tutti gli amici conosciuti al corso di roccia. Ci sono ancora quasi tutti gli istruttori... perchè nonostante il corso sia ormai ultimato qualcuno si è offerto per un'arrampicata extra.
Io, Luca e Livio. Una cordata che passerà alla storia. Un compagno di cordata con il quale ho poi salito più di 200 vie e un compagno di cordata che oggi è una stella in cielo.
Quel giorno, dopo aver ravanato su qualche viuzza di poco conto abbiamo salito la via Anabasi.
Ricordo la breve pausa in vetta mangiucchiando il mars del Livio e soprattutto ricordo la fatica a superare un tetto triangolare dove qualcuno aveva piantato una grande spranga di ferro, ideale per staffare.
Di quella via sapevo poco, pochissimo ma porto con me dei gran ricordi.
Passata quella domenica la mia attività arrampicatoria si è incrementata notevolmente come notevolmente è aumentato l'affiatamento con Luca e i progetti che ogni domenica, durante gli spostamenti dolomitici, nascevano a dismisura. Qualche sogno si è realizzato, qualche altro si è invece perso con il tempo e qualche altro ancora invece è alle porte del futuro.
Mentre le stagioni invernali portavano tanti alpinisti a zonzo per le montagne innevate noi scoprivamo una grande realtà... è possibile arrampicare tutto l'anno! Bastava scegliere i posti adatti. Bastava scovare pareti di bassa quota e illuminate dal sole.
Spesso sfogliando libri e scroccando relazioni a siti web inciampavo nel nome di un apritore. Un prete. Un nome che spesso compariva nelle vie delle montagne lecchesi. Rev. Agostino Butturini.
Con il tempo che passa e le linee di salita che ripeto cerco affannosamente in internet notizie di questo starno, bizzarro e di certo orginale Prete.
Passa dell'altro tempo e un po' per sentito dire e un po' per le poche informazioni riportate sui libri d'arrampicata... scopro qualcosa in più di Don Agostino e del suo gruppo Condor. Scopro la parrocchia di Monterone e scopro il Collegio Volta nonchè le sue filosofie di approccio alla montagna e che condivido.
Le segretarie del Collegio mi fanno avere un libro commemorativo dei Condor scritto dal Don e da Pietro Corti. Nel mentre l'ho sulla scrivania il buon Paolo me lo sottrae e si avventa in una letture frenetica. Dopo pochi giorni Paolo mi rende il maltolto e anch'io leggo questa storia affascinante.
Passa ancora un'anno e il desiderio di conoscere e chiacchierare con il Don si fa più forte.
Giovedì 22 ottobre mentre mi dirigo al Cinema Fanfulla di Lodi impugno il cellulare e compongo il numero del collegio. Risponde una voce energica e con la dovuta educazione chiedo di Don Agostino. Il mio interlocutore occasionale è anche la persona che stavo cercando. Chiacchieramo per un poco e decidiamo in un'incontro di condivisione di avventure...
Ora riapro gli occhi e m'appresto a chiudere questo breve pezzo nonchè a metterlo su facebook. E' tardi e devo impacchettare il libro che ho comprato per il don... giusto per rompere il ghiaccio all'incontro di domani.
Rimanete sintonizzati!
Will
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