giovedì 5 agosto 2010

CAMPANILE BASSO

Recentemente sono ritornato sulla vetta del Campanile Basso nelle Dolomiti di Brenta. Abbiamo raggiunto la vetta mediante lo spigolo Fox. Una delle vie più belle che abbia mai ripetuto.

Ora leggiucchiando un libro sulla storia di questa bellissima montagna ho trovato qualche episodio decisamente fantastico e poetico al tempo stesso.

Dal libro "Il Campanile Basso - Storia di una montagna" di Marino Stenico e Gino Callin:
Il 7 agosto del 1937 è un'altra data storica per il Campanile Basso. Entra in scena infatti un forte alpinista roveretano: Pino Fox. Si trova al Rifugio Pedrotti con alcuni valenti alpinisti trentini: Rizieri Costazza, Alessandro Disertori e Luigi Golser. Decidono assieme di salire il Campanile Basso lungo l'inviolato spigolo sud-est. Fox non si apprestava certo per la prima volta al bel campanile. Aveva percorso e ripercorso molte vie di salita, dalla "normale", alla "Fehrmann", alla "Preuss". Già, poiché il "Basso" egli dice "era il sogno di tutti gli alpinisti di allora". Con Bruno Detassis aveva parlato più volte di quello spigolo: la loro conclusione era stata una sola: "Una salita di eccezionale bellezza". E Fox aveva tutte le carte in regola per tentarla. Alla base del campanile ci fu qualcuno che cominciò a nicchiare, evidentemente non troppo convinto dell'idea di avventurarsi su quell'affilato spigolo. Fox però mise subito fine alla discussione con un tono che non ammetteva replica: "Si va e basta!". Nessuno più fiatò e i quattro, Fox in testa, iniziarono l'arrampicata superando i duecento metri di salita con nove chiodi. Il principale protagonista riservò all'impresa un commento quanto mai lapidario: "Difficili soprattutto i primi quaranta metri, ma poi la parete diventa sempre più accessibile pur richiedendo una certa capacità di equilibrio..."- L'ascensione comunque è valutata di quinto grado superiore. Il giudizio espresso da Fox mette in luce la modestia di questo alpinista le cui capacità sono evidenziate da un brillante curriculum in cui fanno spicco ascensioni come la Punta Iolanda con Friederichsen e Cottafari, la parete sud-est della Cima d'Ambiez con Marino Stenico, un'arrampicata di 10 ore definita "eccezionale per eleganza ed arditezza" da Castiglioni, la Cima Rocchetta nelle Alpi di Ledro, ancora con Stenico. una salita con le rocce a strapiombo sul lago di Garda che Fox ritenne "la più difficile della sua vita".
[...]
Due imprese di Giorgio Graffer meritano il loro posto d'onore nella storia del Campanile Basso: la prima ascensione direttissima per lo spigolo nord il 24 agosto del 1933 e la prima ascensione dello spigolo sud-ovest dello Spallone, nel 1934. La prima salita la compì con la sorella, la seconda con Antonio Miotto. Vi è un episodio che bene esprime le difficoltà estreme di quest'ultima ascensione. Giorgio Graffer, si sapeva, usava arrampicare scalzo sui tratti di parete più difficile. Parlando con Renzo Videsott gli scappò detto che solo sullo Spallone aveva arrampicato scalzo per più tratti. "Ma allora è di sesto, si o no?" "Ricordo solo che è stata specialmente dura!" "Ma sulla Solleder della Civetta ti sei tolto le pedule?" "No, non c'è stato bisogno." "Ma allora, il Basso dallo Spallone è di sesto grado!" "Se proprio vuoi sarà di sesto..." Sullo stile di Giorgio Graffer in arrampicata vale quanto scrisse di lui Marcello Pilati: "Vedo due dita ferree raggrinzirsi sulla roccia, distendersi lentamente, lasciare l'appiglio, trovarne un altro, accarezzandolo quasi dapprima, poi aggredendolo forti e tenaci." E ancora: "Giorgio si raggomitola sotto lo strapiombo, allarga le gambe a compasso, si distende lentissimamente, senza strappi."

2 commenti:

Midanno ha detto...

Bellissimo!!!

andrex ha detto...

il fox è la mia preferita al basso...
se parti sulla scotoni+fox arrivi in cima dritto sparato
Bravi.