sabato 11 ottobre 2008

THREE PEOPLE IN THE SKY

Settimana piuttosto muovimentata che mi ha tenuto lontano dalla lombardia per 3 giorni. Ad Asti ho visto un sacco di film che usciranno sul mercato dal prossimo weekend a Natale. Qualcosa di buono ci sarà... ma ahimè ci sarà anche qualcosa di molto brutto.
Sabato scorso con Luca e Claudia siamo stati in Grignetta. Domenica invece con il Paolino Grisa siamo stati in Val di Mello a ripetere Luna Nascente. A parte un piccolo momento di panico quando è uscito un chiodo di sosta... tutto il resto è andato bene.

Cosa dire del sabato invece... La via in questione è la Via del Littorio alla Torre Costanza. Il nome fu appioppato da Cassin, Boga e Mary Varale per l'enorme fascio littorio che si trovava in vetta.

Oltre a qualche fotografia appiccico un breve passo del libro Capocordata scritto da Cassin stesso che racconta l'apertura della via.

[…] Finora questa parete non è mai stata scalata. Vi fu la scorsa primavera un tentativo di Comici con Mary Varale e Augusto Corti, troncato sull’inizio da un banale incidente: uscì un chiodo e Comici fece un volo. Da allora la Varale accarezza l’idea di portare a termine l’impresa e più volte me ne ha parlato. Boga ed io, da parte nostra, siamo ben lieti di unirci a lei. Alla parete nord dell’Angelina capocordata fu Boga: stavolta tocca a me […]
Giunti ai piedi della torre, pieghiamo a destra nel canale che ci porta sotto la parete est e saliamo per rocce facili alternate da liste verdi e pianerottoli erbosi fino alla placca che da un lato è saldata alla torre, dall’altro forma un camino che si contiene fra il terzo e il quarto grado. Lo rimontiamo legati con doppia corda per tutta la sua lunghezza. La roccia è fredda, le cortine nebbiose si vanno chiudendo, ma la ginnastica sostenuta ben presto ci infonde calore. Più tardi quando le difficoltà vere e proprie cominceranno, avrò modo di sudare.
Gli ostacoli iniziano infatti da questo pulpito in su, con una di quelle fessure strapiombanti che servono per i polpastrelli e i chiodi e nelle quali raramente i piedi entrano. Sono crepe non continuative ma alternate, che costituiscono, come già ho detto, una delle caratteristiche della Grignetta. Lungo questa fessura, Comici si era alzato sei o sette metri; trovo dei chiodi e la Varale – che ferma sul ballatoio insieme a Boga fa sicurezza – conferma che sono quelli del loro tentativo. Quei chiodi mi sono d’aiuto: con molta fatica ne piazzo altri […]
Ero convinto che dopo questo scabroso passaggio il terreno si facesse più mite, ma mi accorgo d’essere un inguaribile ottimista poiché quanto segue è ancora di sesto grado […].
Grandi difficoltà non ne restano e per piacevoli rocce tocchiamo la vetta. C’è vento a sdrucire la nebbia e la signora Varale, con la sua espansività, ci premia dandoci un bacio. Quando c’è una rappresentante del gentil sesso, compiuta un’ascensione si usa così: ed è un rito al quale teniamo in modo particolare. […]








1 commento:

Midanno ha detto...

Anche voi avete rinnovato il rito del bacio in vetta? :D