martedì 27 giugno 2017

PREALPI LOMBARDE


INTRODUZIONE
di Alessandro Spinelli

I libri, come tutti noi, hanno una storia. E la storia di questo libro parte da lontano, ben centoquarant’anni fa, per attraversare tre importanti anniversari; anzi, quasi quattro. Corre l’anno 1877 quando quella che è probabilmente la prima guida alpinistica italiana, la Guida alle Prealpi Bergamasche di Antonio Curò, vede la luce. Nella bella introduzione, Antonio Stoppani ben evidenzia l’utilità di un itinerario (leggi: guida) affidabile o – se preferite – i problemi legati alla sua mancanza:

Bisognerebbe che tu avessi un maggior numero di capelli bianchi che di neri o di biondi, per cui potesi dire com’altri d’aver dovuto, venti o trent’anni or sono, percorrere queste vallate, arrampicarti su quei gioghi solitari, per apprezzare il valore di un itinerario, il quale ha per lo meno il merito di essere il primo. Quante volte quel tale ch’io non nomino, dopo aver viaggiato le ore promesse dal primo montanaro che incontrava per via, trovassi più di prima lontano dalla meta. Più di una volta gli accadde, affidandosi alle indicazioni di gente la quale, come in genere i montanari, non ha misura né di tempo né di spazio, vide imbrunirsi l’aria tra deserti di rupi, e dovette benedire il lugubre ululato del cane se poté trovarsi nel più fitto della notte alla porta di una stamberga.

Il volumetto si dilunga nella descrizione degli accessi al fondovalle, tra “ruotabili”, “sentieri mulattieri” e tratti da percorrere “anche con cavalcatura”, ma si anima degli itinerari di salita alle cime tra Adda e Oglio lungo quelle che diventeranno le vie normali.
Passano sessant’anni e l’alpinismo si ritrova cresciuto. Nel 1937 è in vendita al prezzo di lire 20 (per i soci CAI) la guida delle Grigne, quarto volume della celeberrima seconda serie della Guida dei Monti d’Italia, autore Silvio Saglio. Nelle quasi trecento pagine dedicate alla parte alpinistica trovano posto circa centocinquanta vie di salita, accanto alle facili ascensioni. La disposizione della materia, definita dalla apposita Commissione del CAI e che costituirà la falsariga delle guide alpinistiche successive, si dipana con rigore enciclopedico: parte generale con informazioni che spaziano dall’economia della zona ai rifugi e parte alpinistica con descrizione, tempo stimato e difficoltà di tutte le vie che solcano le pareti.
Sempre Saglio, nel 1948, firma il decimo volume della Guida Monti d’Italia, sulle Prealpi Comasche, Varesine, Bergamasche. La guida consta di più di centoventi itinerari alpinistici nella zona di nostro interesse ed è frutto di una gestazione alquanto complessa che, iniziata nel 1934 ed interrotta dal periodo bellico, porterà ad escludere dal volume le Prealpi Bresciane e la fascia delle Alpi di confine con la Valtellina, per motivi di spazio e di relativo costo (che alla fine risulterà di 640 lire per la rilegatura in tela). Se le Prealpi Bresciane dovranno attendere il nuovo secolo per prendere posto nella collana, le Alpi Orobie sono destinatarie del volume pubblicato esattamente sessant’anni or sono, nel 1957; volume oggi piuttosto ricercato (ma all’epoca in vendita a 2500 lire) ancorché non esente da difetti, essendo basato sostanzialmente sulla bozza del 1938: salite non aggiornate, indicazioni di difficoltà assenti o sommarie.
Nel 140°, 80°, 69° (accidenti!) e 60° anniversario, queste guide si vogliono qui ricordare per il caldo amore non più superato onde sono pervase (A. Corti nella guida delle Orobie, p. 184). Tuttavia, se lo scopo del vostro odierno compulsare non è solo il ricercar salite ormai neglette o dare una paternità a quei chiodi oggi sempre meno visitati, se pensate come Stoppani che queste montagne, belle a vedersi da lontano, sono più belle a percorrersi e legittimamente cercate una fonte attendibile a cui votarvi, dobbiamo ammettere che il panorama è quantomeno frammentario: solo la zona delle Grigne gode di buona salute letteraria, mentre le valli bresciane possono vantare un volume della Guida Monti d’Italia del 2004 e le Orobie mai hanno avuto una guida alpinistica aggiornata. Pubblicazioni a carattere locale ed il web suppliscono dove possono, con i loro pregi e limiti.
Il corrente volume si propone di colmare cotal lacuna, in ideale continuità con le amate guide che lo hanno preceduto, ma con un’impostazione più attuale: il contenuto è squisitamente alpinistico, limitando le informazioni addizionali allo stretto necessario per l’orientamento ed evitando l’aneddotica, assai problematica in una zona così ampia. Inoltre, seguendo una linea editoriale già rintracciabile nelle guide degli anni ’70, si presenta qui una (ricchissima) selezione di itinerari, scelta obbligata sia per l’impossibilità di contenere tutte le linee di salita in un unico volume, sia perché alcune vie rivestono oggi un interesse puramente storico e non sono più frequentate. Il risultato è sotto i vostri occhi: trecentocinquanta itinerari dove il chiodo convive con il fix e su cui relazione, schizzo e fotografia conducono il lettore per mano, alla riscoperta delle “nostre” montagne. Ché patria nostra (come dice l’abate) sono le montagne.


RINGRAZIAMENTI

Redigere una guida monografica è un lavoro molto complesso. Molto più facile sarebbe confezionare una selezione di salite scelte. Qualora si voglia relazionare alla perfezione un luogo, piccolo o grande che sia, è fondamentale costruire relazioni con altre persone: apritori, rifugisti o semplicemente ripetitori che come me hanno vissuto un’intensa storia d’amore con una vetta, una parete o semplicemente una linea.
È un lavoraccio anche nell’era di Facebook e dei cellulari, ma quando si giunge alla fine del lavoro, ci si rende conto che la guida non è un più il fine ma il mezzo per far nascere e costruire nuove amicizie.
Chiunque ho interpellato per avere informazioni mi ha dato più di quello che cercavo. Dire grazie a ciascuno di loro è quanto mai importante. Per questioni di spazio mi è impossibile ringraziare ogni singola persona ma non posso non spendere qualche parola in più per: Luca Galbiati, oltre che essere il cofondatore di sassbaloss.com è il mio storico compagno di cordata. Con lui ho percorso metri e metri di corda condividendo sogni, pareti e avventure in giro per mondo. Luca potrebbe essere considerato a tutti gli effetti il co-autore di questa pubblicazione perché buona fetta degli itinerari qui presentati sono stati da lui percorsi in cordata con Claudia, sua moglie. Grazie di cuore per tutto.
Grazie ad Alessandro Spinelli, che è stato compagno di cordata in oltre 150 vie. L’affiatamento che abbiamo raggiunto in parete è notevole e ci ha permesso, in questi anni, di condividere tante belle salite. L’introduzione che ha scritto per questo volume è la testimonianza del suo amore per queste montagne. Da qualche anno ha aperto un blog che merita di essere seguito: alessandrospinelli66.blogspot.it.
Grazie ad Andrea Gaddi per aver insistito, per ben 3 volte, perché accettassi di redigere questa guida. All’inizio le incertezze erano molte e la voglia di interrompere il lavoro spesso si è materializzata in questi ultimi mesi. Andrea ha saputo spronarmi nel modo corretto.
Grazie ai miei genitori, Francesco ed Elisabetta e a mio fratello Andrea. Loro sono la mia famiglia e negli ultimi anni ho (finalmente) preso coscienza di quanto siano importanti nella mia vita. La montagna difficilmente incrocia le loro giornate ma il supporto e l’incoraggiamento a questo lavoro non è mai mancato.

Grazie a:
Giangi Angeloni, Luigi Baratelli, Mafalda Bortolotti, Sandra Bottanelli, Alfio Brugnoli, Omar Brumana, Pietro Buzzoni, Marco Capretta, Anita Cason, Matteo Cattaneo, Michele Cisana, Valentino Cividini, Stefano Codazzi, Michele Confalonieri, Carlo Cortinovis, Alberto Damioli, Romele Facchinetti, Ivan Facheris, Claudia Farruggia, Ivo Ferrari, Raffaele Ferrari, Diego Filippi, Massimo Fogazzi, Francesco Fusi, Rubens Gallizioli, Emanuele Gerli, Marco Gnaccarini, Paolo Grisa, Mattia Imberti, Giacomino Longhi, Guglielmo Losio, Ivan Maghella, GianMaria Mandelli, Davide Martini, Luca Mich, Francesco Milani Capialbi, Riccardo Mulazzani, Giovanni Noris Chiorda, Maurizio Panseri, Simone Parietti, Diego Pezzoli, Walter Polidori, Ambrogio Riva, Simone Rossin, Tommaso Rubbi, Ennio Spiranelli, Marco Taboni, Cristian Trovesi, Fabio Stabilini, Francesco Vascellari, Fulvio Zanetti, Paolo Zanga, Emiliano Zorzi, Istruttori della Scuola di Alpinismo Scialpinismo e Arrampicata Libera Valle Seriana.

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