martedì 20 marzo 2018

MICHELE BETTEGA

Mi trovo, quasi per caso, il necrologio di Michele Bettega e ne resto colpito. Diverse le particolarità: dalla ‘spaventosa’ età della celebre guida al numero di volte che ha toccato la vetta del Cimon della Pala.
Ma la cosa che più spiace è che nel necrologio non si fa minimamente cenno al fatto che fu lui, con Bortolo Zagonel e Beatrice Tomasson a conquistare nel 1901 la parete sud della Marmolada.
Oltre al necrologio riporto la trascrizione e la traduzione del libretto guida di Bettega nonchè la fotografia del libretto e il martello di Zagonel utilizzato durante la celebre scalata. Il martello, che forse meriterebbe una teca in vetro al museo di Messner, riposa, per una serie di fortunate coincidente, nella piccola biblioteca di Will.

E’ morto Michele Bettega; la guida alpina che da vari anni s’era ritirato nella sua Fiera di Primiero dove viveva dei luminosi ricordi della sua carriera d’eccezione, tutta un susseguirsi di vertiginose scalate per vie inesplorate. Fra i suoi mondi, ch’egli amava francescanamente come un immenso tempio, il decano delle guide alpine ritrovava la dolcezza dell’estasi, nella contemplazione dell’orizzonte di vette, che fin da fanciullo aveva imparato a guardare con occhio di poeta e a venerare con purezza di asceta.
Michele Bettega, spentosi a 85 anni avendo conservata fino all’ultimo momento la più integra lucidità, era stato davvero una tempra d’eccezione. Nella sua lunga attività di guida alpina, giustamente celebre, egli aveva fatto ben 206 volte il Cimon della Pala, e per quasi 50 anni aveva scalato tutte le vette dolomitiche, spesso conquistandole per primo. La sua umiltà rude e bonaria gli aveva guadagnato l’amicizia di personalità illustri, che apprezzavano oltre alla sua rara abilità professionale, il suo mistico amore per la montagna.
Venti anni fa durante una drammatica scalata notturna, mentre guidava sulla parete del Colbricon Grande gli esploratori italiani del 58° Fanteria, il Bettega restava incrodato, sì da non poter procedere che con l’aiuto d’un riflettore che da lontano guidava gli ardimentosi. Per evitare i tiri nemici il riflettore dovette essere spento per oltre mezz’ora inchiodando nel buio il Bettega che si trovava in una posizione falsa coi nervi contorti in uno spasimo atroce, e che uscì dall’eroica avventura con una gamba inservibile.
Da allora la guida insuperabile dovette rinunciare alle audaci ascensioni sulle vette, alle quali ripensava con grande nostalgia. Il suo amore per la montagna, come per tutte le cose irrimediabilmente contese, s’ingigantì. Fu l’istruttore di tutte le guide di Fiera di Primiero. Un inglese lo chiamò in Inghilterra per istruirvi delle guide del luogo, ove rimase un anno. Re Alberto del Belgio lo volle sua guida per la Svizzera. Guido Rey lo ricorda in uno dei suoi libri glorificanti la montagna.

Una delle sue glorie maggiori era il ricordare che la SAT nacque quando egli era giù guida da dieci anni, e che la prima ascensione sociale fu guidata da lui, al Cimon dalla Pala, dal Ghiacciaio della Vezzana. Egli ripeté 22 volte quell’ascensione, che ben pochi hanno potuto compiere. Il Bettega conosceva tutte le imprese della patriottica Società, per averle vissute con cuore d’irredento e ha lasciato quattro libri di diari delle sue fatiche, di impressioni e di frasi di ammirativa riconoscenza da parte di numerose personalità, in dono alla SAT che giustamente ritenne quale migliore depositaria della sua eredità spirituale.
Martello di Bortolo Zagonel utilizzato nel 1901 per la scalata della parete Sud della Marmolada 

LIBRO GUIDA DI MICHELE BETTEGA
MARMOLADA – PARETE SUD
First ascent of the Marmolata by the South (rock) Wall. The ascent was made (with Bortolo Zagonel as 2nd guide) directly from Ombretta Pass, slightly to the east of the culmination of the Pass. The first two thirds of the way in my opinion is the most difficult that I had ever met in the Dolomites, requiring more strength, skill, endurance and courage than anything I know.
The remainder of the ascent would have been easier but for a storm of thunder, hail and snow, which made it more difficult and dangerous.
We were 12 hours on the rocks, descending by the Glacier to Fedaia, the last few hours were a test of endurance so we were all wet through on a high and very cold wind.
Bettega led for the first two thirds of the way and excelled even himself in every way, conquering apparently insuperable difficulties with this usual – unfailing -  courage and skill.

Beatrice Tomasson

“Prima ascensione della parete sud (di roccia) della Marmolada. La salita è stata compiuta (con Bortolo Zagonèl come seconda guida) direttamente dal Passo Ombretta, leggermente sulla destra rispetto alla sommità del passo. Secondo me i primi due terzi della salita sono il tratto più difficile che io abbia trovato in Dolomiti, in quanto richiedono più forza, abilità, costanza e coraggio di qualsiasi altra salita io conosca. Il resto dell’ascensione sarebbe stato più facile se non fosse scoppiata una bufera con fulmini, grandine e neve, che lo rese più difficile e pericoloso.
Rimanemmo 12 ore sulla roccia, discendendo per il ghiacciaio fino alla Fedaia; le ultime poche ore furono una vera prova di resistenza perché eravamo tutti fradici e schiaffeggiati da un vento forte e molto freddo.
Bettega stette in testa per due terzi della salita e fu veramente ottimo sotto ogni aspetto, perché seppe superare difficoltà apparentemente insormontabili con il solito immancabile coraggio e la sua abilità”.
Beatrice Tomasson
Michele Bettega


Libretto di Michele Bettega




3 commenti:

Paolo ha detto...

Gent signore, vedo che nel blog riporta il necrologio di Michele Bettega, senza tuttavia citarne la fonte. Sarebbe così gentile da indicarmela? Grazie e cordialità.
Paolo

pzatta40@hotmail.it

Will ha detto...

Il necrologio di Bettega è stato pubblicato sulla Rivista del CAI.

Paolo ha detto...

Sebbene tardivamente la ringrazio. Tuttavia le sarei grato se mi potesse dare gli estremi della Rivista del CAI (Riv. Mens.?. Grazie e saluti. Paolo Zatta