venerdì 23 marzo 2018

MISURE DIVERSE

La recente avventura di Matteo Della Bordella in Patagonia mi ha fatto tornare indietro nel tempo.
Ho riavvolto il nastro dei ricordi e portato alla luce una fotografia e un testo.
La fotografia a molti non dirà nulla. A me ricorda gli spazi ampi e infiniti di quella parte di mondo che molti conoscono solo per via di montagne ultra fotografate. Ma la Patagonia è tutt'altro, forse anche uno stile di vita.
Il testo invece è di Gino Buscaini e insegna a misurare il tempo con altre unità di misura.
Grazie Matteo per le emozioni che mi hai trasmesso con la vostra salita.E naturalmente, complimenti!


MISURE DIVERSEdi Gino Buscaini
La Patagonia è immensa.
Il suo spazio è infinito, un infinito che si misura con ore a piedi o a cavallo, scardinando dolcemente sotto le suole o sotto gli zoccoli, quasi senza avvertirlo, metri, tachimetri, orologi, abbandonandoli affogati nelle paludi e nei guadi.
Aste, molle, rottelline e chip, connessioni di un sistema che non serve, di disintegrano nell’immensità.
Lo spazio si misura con filari di pioppi, che con i loro tronchi rugosi stanno fermi tra i coltivi, le steppe e le piste sterrate; poi si misura con le impronte fugaci di cani, buoi, cavalli, carri e biciclette, di piedi scalzi di bambini. Tre piedi scalzi = due piedi calzati.
La velocità non ha nessuna importanza, quindi non esiste, nemmeno quella delle automobili. In Patagonia si può camminare in mezzo alla strada, dove c’è.
Quando arriva un’automobile, un turbine di polvere l’annuncia all’orizzonte, ma la sua velocità non ha importanza poiché quando passa di solito si ferma e qualcuno dice ‘qué tal?’, cioè domanda come va.
Allora si vede anche che l’automobile può essere senza targa. Se non si ferma, è solo un turbine che passa e non si vede niente.
La misura del tempo, tic tac tic tac, sono gli zoccoli svelti del cavallo che passa di primo mattino, sono grida di otarde e di galline, sono il viaggio diurno delle ombre e il viaggio delle stelle per chi si sveglia la notte.
Il tempo non scorre dal passato ma viene incontro dal futuro.
Viene incontro con il vento, pulsa con le turbolenze delle raffiche e con gli stacchi delle calme improvvise. Dipinge gli animi con nubi cariche di colori, dove i plumbei più foschi si alternano ai celesti più tenui, con nubi che mutevoli sfilacciano le loro forme, stemperano le tinte, portano ed esauriscono le tempeste.
Il vento è la misura della vita ed è onnipresente: avvolge di polvere e luce la cordigliera, la pampa e tutti gli altri cammini.

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