mercoledì 26 settembre 2012

ISTANTI



di Matteo Will Bertolotti
Il sole è basso e i suoi tiepidi raggi non raggiungono ancora le nostre mani, che con lentezza pongono nello zaino la ferramenta, che ci permetterà di giocare con il nostro equilibrio e con le nostre emozioni.
Il sentiero è ripido. Oggi pare che lo sia ancora di più. Tutti noi siamo per l’ennesima volta in agitazione per il mondo capovolto con cui presto, ci confronteremo.
Con Paolo e Luca parliamo di progetti. Apriamo lentamente il cassetto dei sogni per paura, che tutta la magia che è custodita al suoi interno svanisca in fretta. Qui c’è tutta la nostra intimità e man mano che saliamo verso l’attacco, iniziamo a condividerla sicuri che non verrà dispersa.
Emozioni semplici ma vere. Sogni che forse un giorno diventeranno realtà. Sogni a volte posati su delle fondamenta non ancora gettate. Sogni a volte fondati nella semplicità della vita quotidiana. Una semplicità che ci permette di assaporarne il vero valore.
Una fotografia custodita in un vecchio libro; un amico, che in una sera dove bottiglie e bicchieri danzano in allegria ti racconta di un progetto, che un bel giorno si è realizzato e che in disparte da tutti ti sussurra nell’orecchio che il vero segreto sta nell’attesa.
Parliamo di Monte Bianco e parliamo di Patagonia. Parliamo di grandi uomini del passato e parliamo di noi stessi.
In breve tempo ci dimentichiamo del notevole dislivello che presenta la prima parte del sentiero, e raggiungiamo la base della grande placconata del Sass del Mezdì. Sopra di noi incombono tre grandi tetti a scala che molti anni fa, lasciarono cadere dolcemente, tante piccole gocce d’acqua che lentamente hanno scavato la roccia. La stessa lentezza che caratterizza lo scorrere del tempo quando durante la settimana si lavora duramente in attesa di un po’ di sole. Spesso qui c’è gente ma quest’oggi a farci compagnia è solo la lucertola che tutta sonnolenta lascia la fessura vicino al vecchio chiodo piantato da chissà chi.
Paolo sale accarezzando la roccia, strofinando gli appigli, sorridendo a questa giornata. Luca ed io lo raggiungiamo ben presto.
Un mondo capovolto ci attende. Le protezioni appaiono ben sicure e questo ci tranquillizza. Lentamente Luca affronta il grande tetto allontanandosi 15 metri da noi. Lo vedo dondolare in un gioco di luci e di ombre. Lo vedo muoversi con la stessa dolcezza con cui una mamma culla un bambino. Il vuoto sembra proteggerci, la roccia abbracciarci.
Un vecchio barattolo del caffè ormai completamente arrugginito conserva una traccia delle poche persone che qui sono passate prima di noi. Con stupore scopro di alcuni amici.
In breve raggiungiamo la sommità e per la prima volta sentiamo la necessità di guardare l’orologio. E’ giunto il momento di ritornare alla base della parete. E’ giunto il momento di riporre tutto negli zaini e tornare al mondo. E’ giunto il momento di riprendere a respirare.

MONTE CIMO-SASS DEL MEZDI
VIA ISTANTES
PAOLO GRISA - LUCA GALBIATI - MATTEO WILL BERTOLOTTI
25 aprile 2012

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