martedì 28 agosto 2012

LA BEATRICE E LA MARMOLADA

Anni fa sono rimasto catturato dal fatto che sulla Sud della Marmolada ci potesse essere una via di difficoltà contenute. Con Ivan avevamo subito preparato le relazioni per un'imminente ripetizione ma poi l'estate ci portò su altre pareti.
Dopo 2 anni la parete ci cattura nuovamente e questa volta la salita prende piede e si realizza Sabato 18 agosto.
Nelle mie ricerche per la solita relazione da pubblicare su Sassbaloss.com scopro tante cose su Beatrice Tomasson... e le riporto qui. Buona Lettura.

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La storia di questa impresa è cosa assai curiosa e per certi versi bizzarra. Il primo tassello a non combaciare è che questa salita è stata l'unica a non essere divulgata con la relazione dei primi salitori tant'è che la figura di Beatrice Tomasson (che Alessandro Gogna nel suo libro "Dolomiti e Calcari di NordEst" definisce "la Signora di Ferro") è un po' oscura.
La Tomasson nacque nell'estate del 1859 in Inghilterra (sul libretto guida di Bettaga è riportato "from Nottingham") ma all'età di vent'anni si trasferì in Prussia per lavorare come tutrice privata presso la famiglia nobile del generale Von Bulow e successivamente per il generale Von Knoblock.
L'interesse per l'alpinismo arrivò solo verso il 1890 ma fu una passione un po' anomala in quanto la Lady non era solita lasciare traccia su giornali o riviste delle sue salite e non faceva parte dell'Alpine Club di Londra. I genitori non appartenevano alla ricca borghesia e di certo non potevano aiutare la figlia nei lunghi viaggi in Italia. La Tomasson alloggiava sempre nei migliori alberghi e per la salita in Marmolada versò a Bettega 400 corone... vale a dire l'introito di un anno di una guida.
A dare una prima risposta al modo in cui la Tomasson era in grado di procurarsi il denaro fu Bepi Pellegrinon che nel 2001 nel suo libro "Salve... Regina - La Marmolada dei Pionieri" azzarda questa risposta:
"La Tomasson non fece mai cenno della sua attività alpinistica su riviste o giornali dell'epoca; spesso cambiava guida per non dare nell'occhio. E' probabile che facesse parte dei servizi segreti tedeschi di quel tempo, immessavi dai generali prussiani di cui era diventata amica. Una donna inglese, intelligente e libera, era l'ideale per raccogliere tutta una serie di notizie e informazioni su cosa stava maturando nelle vallate dolomitiche percorse allora da un confine importante anche sotto il profilo strategico in vista di un possibile conflitto che sarebbe appunto scoppiato nel 1914. La stessa scalata della Marmolada pare proprio un dovere, una verifica da compiere assolutamente, lungo una frontiera che vedrà poi confrontarsi gli uomini dell'una e dell'altra parte".
Una seconda risposta venne data poco tempo dopo da Hermann Reisach (co-autore del libro di Pellegrinon) in un articolo dell'Alpine Journal:
"At Burntwood Hall she was employed as private secretary with an income of about 150£ a year, compared to the the 450£ her brother earned as Chief Constable of Nottinghamshire. In this way she could pay her guides very generously for the Marmolada venture."
Nel 1900 la Tomasson salì a passo Ombretta con Luigi Rizzi e suo fratello Simone per valutare la possibilità di salire un nuovo itinerario. In quell'occasione Luigi Rizzi salì da solo sino alla prima terrazza per valutare se l'ascensione fosse possibile. Ridiscese arrampicando e propose alla Tomasson la salita per il giorno successivo. Il meteo peggiorò e la salita fu rinviata all'anno successivo siglando l'accordo con una stretta di mano. L'anno successivo Rizzi probabilmente chiese un compenso troppo alto e la "Lady di Ferro" andò a Cortina ad ingaggiare le migliori guide di inizio secolo: Pietro Dimai e Zaccaria Pompanin. Con le guide di Cortina venne effettuato un nuovo tentativo ma la Tomasson non fece parola dell'anno precedente e di Rizzi; forse per evitare di divulgare informazioni preziose. Alcuni strapiombi però obbligarono la cordata al dietro-front.
La Tomasson decise così di rivolgersi a Michele Bettega di Primiero e il 20 giugno del 1901 effettuò una prima ricognizione a passo Ombretta ma le condizioni della parete non erano delle migliori. Il 1 luglio del 1901 iniziò la scalata con Michele Bettega e Bortolo Zagonel ed in circa tre ore la cordata raggiunse la prima grande terrazza. L'ambiente si fece più severo e un'intuizione di Bettega (traversare ed abbassarsi per circa 20 Mt.) risultò essere la chiave della vittoria. La parte finale della salita fu condotta da Zagolen e seppure le difficoltà siano contenute, la cordata rallentò per via di una bufera. Alle 18.00, dopo 12 ore di scalata, i tre raggiunsero la vetta della Marmolada dove brindarono con dello champagne portato in vetta per l'occasione da Agostino Sopperla e Nepomuceno Dal Buos (che salirono lungo il ghiacciaio).

Questo è quanto fu scritto dalla Lady di Ferro sul libretto guida di Bettega:

First ascent of the Marmolata by the South (rock) Wall. The ascent was made (with Bortolo Zagonel as 2nd guide ) directly from Ombretta Pass, slightly to the east of the culmination of the Pass. The first two thirds of the way in my opinion is the most difficult that I had ever met in the Dolomites, requiring more strength, skill, endurance and courage than anything I know.
The remainder of the ascent would have been easier but for a storm of thunder, hail and snow, which made it more difficult and dangerous.
We were 12 hours on the rocks, descending by the Glacier to Fedaia, the last few hours were a test of endurance so we were all wet through on a high and very cold wind.
Bettega led for the first two thirds of the way and excelled even himself in every way, conquering apparently insuperable difficulties with this usual – unfailing - courage and skill.

Beatrice Tomasson

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