giovedì 20 maggio 2010

ETTORE CASTIGLIONI

Chi un po' mi conosce sa quanta stima abbia per la cordata Castiglioni/Detassis. Questi due personaggi si legarono in cordata numerossime volte e l'affiatamento che ne derivava fu unico in tutta la storia dell'alpinismo.
Insieme aprirono itinerari difficilissimi un giorno dietro l'altro.Castiglioni fu il primo (e certamente il più importante) autore della collana "Guide Monti d'Italia" del CAI e del Touring Club. Compilò con dovizia 4 numeri... anche se ebbe il tempo di vederne pubblicati solo 2.
Odle/Sella/Marmolada - Pale di San Martino - Dolomiti di Brenta - Alpi Carniche.

Ieri ho trovato in una vecchia libreria di Vercelli (la stessa che era riuscita a procurarmi, sempre della stessa serie, la monografia delle Alpi Orobie) anche l'ultimo volume (Alpi Carniche) che mancava per chiudere il cerchio di Castiglioni.




Lascio, qui di seguito qualche breve passo tratto dai suoi diari.
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Celso diceva che l'essenza dell'alpinismo è il rischio: io non potevo condividere questo suo detto, mi pareva abbassare l'amore per la montagna ad un gioco pazzesco o assurdo, ma forse avevo mal compreso la sua asserzione che in fondo non è lontana dalla mia: l'essenza dell'alpinismo consiste nella conquista metro per metro della propria vita. Dunque in fondo è rischio: ma il rischio non è fine a se stesso, bensì solo la premessa necessaria alla conquista.

L'uomo più forte non è colui che sa dominare il mondo, ma colui che sa dominare se stesso.

Solo tra le montagne l'uomo è grande, franco e onesto: in città anche i migliori individui non sanno difendersi dalle false ideologie borghesi, dall'ipocrisia e dalla corruzione.

"La tua simpatia per l'amico si celi sotto una ruvida scorza, intorno alla quale tu devi logorare i tuoi denti. Così la tua simpatia acquisterà delicatezza e dolcezza". Questa è la vera amicizia: questi sono i rapporti con Vitale e Celso.

Il mio livello massimo è il quinto grado ed è in una salita di quarto e quinto grado che trovo il vero godimento dell'arrampicata. Nelle salite fatte con Manlio, infatti e ancor più con Bramani ho ritrovato il maggior godimento: salite condotte con lo spirito del 1929, con sicurezza assoluta, con perfetta padronanza della tecnica, che mi permetteva di sentirmi completamente a mio agio in qualsiasi passaggio. Solo così si gode l'arrampicata, e questa è fine a se stessa. Fino al quinto grado si arrampica per il godimento di arrampicare: il sesto grado si fa per l'ambizione di superare quella determinata difficoltà. Il vero alpinismo si arresta al quinto grado: e al quinto grado si è arrestato il più grande alpinista Paul Preuss.


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