martedì 30 dicembre 2008

XMAS IN THE SNOW

Mancano poche ore e il 2008 sarà un'altra X sul nostro percorso, un calendario da staccare al muro e riporre nel cassetto dei ricordi. Un anno di vita, di emozioni e di esperienze. Un anno di maturazione. Tutto scivola via all'improvviso perchè quella fatidica notte passa in fretta come tutte le altre.

Pochi giorni prima però si festeggia. In teoria la nascita di un bambino, in pratica le vacanze lavorative che la cullano.
Lavorativamente sono a metà. Da qui il giro di boa verso l'estate, tempo di arene estive e cinema sotto le stelle ma anche tempo di respiro e avventure alpinistiche.
Questo natale è stato particolare, non è di certo stato un natale festoso ma è stato un momento di pausa e di riflessione. Un momento di stop.
Nei giorni seguenti ho ripreso l'attività in montagna cercando di stare in piedi sugli sci. Insignificanti sono stati i progetti ma non insignificante è stata la loro attuazione e le persone con cui ho condiviso le giornate hanno reso spessore alle emozioni.


La Condorpass alle angelone è stata un'avventura molto fredda e la ravanata nevosa della discesa ne è stata la conferma... ma in quel momento, in quella salita siamo stati capaci di ritagliarci il nostro piccolo spazio dentro una società che porta le stagioni nel cuore. L'inverno per lo sci e l'estate per le rampate. Uscire fuori dagli schemi. Vivere in libertà.

Try to live free.
Will.

domenica 14 dicembre 2008

QUESTA NOTTE E' ANCORA MIA

Ormai è notte.
Non so per quale motivo mentre rientravo a casa mi è venuta voglia di scrivere. Tant’è che inizio a battere questi tasti utilizzando word e non il mio blog.
Mercoledì a Milano nella mia solita giornata di trasferta lavorativa ho avuto a che fare con delle rogne piuttosto grosse. In serata invece sono partito per Roma per prendere parte ad una convention organizzata dall’Istituto Luce in occasione dell’uscita del film La siciliana ribelle.
Il film tratta il problema della mafia e uscirà tra febbraio e marzo. Si tratta di un’opera seconda ma che si lascia vedere molto bene ed ha la capacità di emozionare. Speriamo abbia un impatto positivo sul pubblico.
Il rientro è stato abbastanza drammatico. Il pendolino è riuscito a collezionare ben 1 ora e 50 minuti di ritardo per via del brutto tempo e di un guasto al locomotore che ci ha costretto ad un paio di soste. Arrivato praticamente a notte fonda a Milano ho dovuto aspettare più di mezz’ora per la coincidenza e il regionale per Bergamo ha fatto un altro quarto d’ora di ritardo… alla fine mi sono buttato nel letto quando ormai mancava poco ad andare al lavoro.
Oggi il brutto tempo mi ha tenuto lontano dalla montagna… uffa mi viene da dire… ma forse un po’ di pausa dalla frenetica vita quotidiana fa bene. Questa sera uscendo dagli schemi sono andato a trovare 2 amici che lavorano nei due cinema che segue l’ufficio. Nicola e Sergio era da un sacco di tempo che non li vedevo e devo dire che mi ha fatto molto piacere parlare con loro. Avrei continuato tutta la notte con entrambi… una volta con Sergio avevo iniziato a scrivere anche una sceneggiatura di un film partendo dalla teoria del topo marsupiale… una teoria che racconterò in un altro post.
Bon Nuit.

martedì 9 dicembre 2008

VIA CALLIOPE

Ecco... il buon Spinelli mi ha passato qualche fotografia della salita di Domenica. La metto qui...
Yeah!








lunedì 8 dicembre 2008

DOLCE FAR NIENTE

E' iniziato da poco il mese di dicembre e tra poco, neanche il tempo di rendersene conto, sarà già passato e saremo in pieno nel 2009. Come ogni 'fine dell'anno' sarebbe bello riuscire a trovare il tempo per uno STOP. Un staccare la spina per una piccola riflessione. Nulla vuole e deve essere moralista però credo sia necessario rivedere un po' quello che abbiamo fatto e dopo averlo messo a fuoco aggiustare il tiro. Capire se è giusto continuare per la strada intrapresa. Capire invece se è il caso di cambiare completamente.
Qualche pensiero già è per la testa, ma, purtroppo, so di non riuscire ad essere oggettivo nelle mie riflessioni.

Dopo questa piccola parentesi di seghe mentali... ecco il riassunto di un megaultraweekend tremendamente lungo.
Sabato... prima esperienza con gli sci. Il soprannome autolesionistico che a fine giornata mi sono dato è Valanga azzurra. Lasciarsi cullare dalla neve è una cosa tremendamente bella... specie se in un ambiente isolato tra le montagne... purtroppo però credo di avere tremendamente paura di 2 cose... La verticalità e la velocità. La voglia di mollare e rinunciare è molto alta. In diverse persone però mi han detto che non dovrei... non so...
Domenica... giornata arrampicatoria. Con il fedele buon Spinelli sono stato ad Arco di Trento. Insieme abbiamo salito la via Calliope. Una linea abbastanza recente di Grill che avevo tentato con Luca un po' di tempo fa... ma poi la pioggia ci aveva fatto cambiare idea dopo qualche metro. Sicuramente si tratta di una via che merita di essere percorsa nonostante la sua brevità.
Oggi invece... niente di niente. Lazzaronismo allo stato puro. Buoni propositi iniziali... ma come sempre... poi quando ci si ritrova ad essere soli e non aver parola con nessuno non ci vuole molto a cambiare idea. Piscina e Bicicletta erano i progetti iniziali... mentre alla fine ho concluso con una lavata all'auto e un filmettino con Sbambi...

Ora mi trovo qui a battere su questi tasti appagato persino dal loro rumore e cullato dalla regolarità di lampeggio del cursore.
Domani si riparte, una nuova, ma molto breve (visto che ho un intermezzo lavorativo a Roma) settimana. Domani tornano le rogne, quelle belle grosse, quelle che ti si appiccicano addosso e che mentre cerchi di prendere sonno diventano sempre più grosse e pesanti. Ma tutto questo è la mia vita. E per certi versi ne vado fiero.

Ho dimenticato un po' questo blog per via di Facebook... Errore o no? Non conosco la risposta... ma se qualcuno vuole sapere quello che scrivo di là... mi aggiunga tra i contatti!

See you!
Will

giovedì 30 ottobre 2008

SI PUO' FARE

Non è mia abitudine parlare qui del lavoro che faccio... ma questa volta non posso fare a meno di consigliarvi un film che probabilmente non andrete mai a vedere se non dietro un passaparola.

Il film esce domani... purtroppo il sole 14 sale in lombardia. E' un film da cercare... ma ne varrà la pena.
Qui metto uno spezzone 'in esclusiva'


giovedì 23 ottobre 2008

WEEKEND STELLARE

Due giorni tra i monti. Due giorni di emozioni.
Sabato saliamo in Medale dove con Claudia, Luca, Alessandro e Callist saliamo la Miryam al Pilastro Irene. Si tratta di una via molto bella che avevo per molto tempo lasciato in disparte.

Domenica invece con Luca abbiamo sfidato l'arrampicata artificiale salendo la temibile Cassin alla Torre Costanza.

Qui metto qualche passo scritto da Cassin e da Ivan Guerini (che ne effettuò la prima salita in libera).

Al momento però ho solo alcune fotografie dalla Miryam.

TORRE COSTANZA - VIA CASSIN

Cassin nel libro "Capocordata" scrive:
"La Torre Costanza è il più imponente monolito della Grignetta e si erge fra le innumerevoli cuspidi della Val Tesa. Benché secondo la definizione ufficiale la si dica "Torre", la si chiama al maschile "Il Costanza": ed è davvero una maschia e solenne architettura, ridotta alle linee essenziali, un poderoso mastio arrotondato, privo di angoli veri e propri, robusto ma non tozzo, reso ardito dalla liscia compattezza delle pareti. Il Costanza fu scalato per la prima volta nel 1914 da Angello Vassalli e da J.A. Sprangher per il versante settentrionale, lungo la cosidetta via dei Camini, un terzo grado superiore. E' naturalmente la via più facile, ma erano altri tempi. E' una calda domenica di metà giugno. Antonio Piloni, Domenico Lazzeri ed io siamo al colletto tra il Fiamma e il Costanza. con due corde di cinquanta metri e una staffa. La strapiombante parete sud del Costanza non è mai stata percorsa. Una ferma decisione ci anima: la lotta sarà ardua, lo sappiamo, ma ad ogni costo vogliamo riuscire. Sarà una via di sesto grado, la nostra, e ancora oggi è valutata fra le più impegnative della Grigna. [...].Fatico parecchio a salire: ogni volta che voglio andare oltre, allungandomi verso un appiglio, sento che il volo è vicino e ripiego sulla posizione primitiva. Piloni collabora manovrando ora l'una ora l'altra corda e, in qualche passaggio, anche la staffa mi è d'aiuto. Così approdo su uno spiazzo piano di circa due metri quadrati che rientra nel corpo vivo della Torre. Quale graditissima sorpresa! Il pianerottolo è interamente ricoperto d'erba, tanto fitta e nutrita che, seduti, sembra di stare su un materasso. "Salite che facciamo un pisolino" grido agli amici. [...]. La sosta ristoratrice è provvidenziale: ciò che sta dietro di noi è stato difficile, ma quel che ci attende è ancora più arduo. [...]. So che dovrò raddoppiare gli sforzi, perciò tronco ogni indugio e passo all'attacco. [...]. La pendenza è tale che se qualche sasso cade non colpisce gli amici, ma fila dritto fino alla base della parete. Dal pianerottolo dove essi sostano al posto in cui mi trovo saranno quindici metri d'altezza, e la parete strapiomba di oltre sei. [...].

Ivan Guerini nella monografia di Alp scrive:
"[…] La Torre Costanza è la struttura della Grignetta più scomoda e faticosa da raggiungere. L'altezza delle sue pareti, inconsueta per le guglie lecchesi, e la concentrazione di itinerari impegnativi la rendono anche la più severa. La Cassin sulla parete sud supera un muro giallo e repulsivo lungo una fessura strapiombante annerita dall'acqua piovana. Visibile a grande distanza è un itinerario faticoso.Nella seconda metà degli anni '70, con l'affermarsi dell'idea di salire in libera gli itinerari tradizionalmente superati in artificiale, la Cassin era una via più temuta che ambita: a me capitò di salirla in libera senza avere il tempo di considerare tale la mia scalata.Ricordo che, la sera prima, i fratelli Valerio e Giorgio Burò (forse sperando di vedermi coinvolto in qualche fallimento...) mi guardarono con celestiale provocazione dicendomi: "Perchè non andiamo a fare la Cassin alla Costanza?". Senza riflettere sulla disomogenità della nostra cordata, risposi sì.Il giorno seguente, dal parcheggio dei Resinelli, guardando la torre pensai che qyella parete non dovette sembrare particolarmente repulsiva ai primi salitori, se è vero che partirono baldanzosi all'idea di affrontarla. Una volta alla base, pensando di essere sulla via giusta, salii sparato lungo la Bonatti. Dopo tre tiri friabili che mi riempirono gli occhi di finissimo calcare sfaldato, mi accorsi che il fessurone aggettante dalla Cassin non era sopra di noi, ma a destra. Così decidemmo di calarci dalla sosta pericolanta a cui eravamo appesi. Tornati a terra, i quattro occhi celesti dei due fratelli mi guardarono... come a dire che per quel giorno poteva bastare, dopo le ore piccole della sera prima. La loro richiesta mi parve il frutto d'una debolezza deplorevole, un vero e proprio affronto alla mia furiosa necessità di arrampicare. Con l'aria di uno che non si stava per niente sacrificando, Valerio disse: "andate su voi, che in due farete più in fretta". Toccò così a Giorgio, sarcastico e cinghialesco, il compito di frenarmi le corde sul facile e di lasciarmele scorrere nei punti più difficili. Ma lui, rispetto a Valerio, aveva meno dimestichezza con le manovre richieste da quel tipo di salita. Giungemmo nella nicchia alla base del fessurone strapiombante, uno degli angoli della Grignetta in cui fa fresco anche d'estate. Sopra di noi c'era una specie di vano contorto d'ascensore, con chiodoni distanziati che si allontanavano verso l'alto. Gli arrampicatori dicevano che, su quei ferracci, si ruotava sulle staffe ora a destra e ora a sinistra. Mi sarei ricordato di quel camino due anni dopo, sulla fessura aggettante della Costantini-Apollonio al Pilastro di Rozes. Non c'è che dire: la parete strapiombava. Ma in quel periodo io amavo la scalata in camino: affascinato dalle fatiche granitiche, avevo la senzazione di uscire dal piacere brutale di una delirante oppressione. Quello che gli psicologi dell'alpinismo attribuivano ad un radicato masochismo, per me era la naturale curiosità di rapportarmi alla fisicità degli ostacoli.Pensando a Giorgio, piazzai una staffa di fettuccia nel punto in cui il camino si strozza a cappa. Tuttavia la necessità di salirci sopra, ruotando nel vuoto per raggiungere il chiodone successivo, mi parve evitabile, dato che le posizioni che assumevo nel camino mi permettevano sia di progredire strisciando sia di stare fermo. Così cominciai a scivolare verso l'alto contorcendomi, con arresti affannosi, fino alla sosta successiva. Quando Giorgio mi raggiunse, gli dissi entusiasta: "Hai visto? sono salito senza tirarmi e senza riposarmi sui chiodi". E lui: "L'hai detto tu: io dal basso non riuscivo a vederti bene". Il ricordo di quella via è custodito in una diapositiva che ritrae i miei piedi nudi, appena liberati da pedule così strette da aver aumentato di molto le difficoltà di quella parete dolomitica miniaturizzata nelle prealpi da un sortilegio dell'orogenesi. Oggi sorrido se penso che valutai la via di VII° quando invece, a distanza di anni, fu ritenuta quasi di VIII°... Alessandro Gogna, nell'articolo "La torre di Babele" uscito sulla Rivista della Montagna, ne parlò come un passo in avanti ma, come vedremo alla fine, lo fu solo parzialmente. [...]


PILASTRO IRENE - VIA MIRYAM


mercoledì 15 ottobre 2008

GRIGNA FOREVER

Tante volte ho raccontato il mio amore per la grigna. Domenica scorsa io e Luca abbiamo realizzato un bellissimo concatenamento. La via Butta al Torrione Magnaghi Centrale e la via delle Guide al Torrione Magnaghi Settentrionale. Intorno a noi un sacco di persone ma anche un cielo azzurro e temperature magnifiche.

Ale e Callist ci hanno seguito sulla Butta mentre Claudia, Tizi, Alberto e Lorenzo stavano sullo Spigolo Dorn al Torrione Magnaghi Meridionale.


Quà metto qualche fotografia della Butta.



Durante l'avvicinamento



Il nostro torrione.
La nostra via corre sull'estrema destra lungo quell'apparente fessura (in realtà camino)
che corre in obliquo verso sinistra sopra la placconata gialla strapiombante



Nuvola sul caratteristico traverso



Will raggiunge Nuvola



Quarto Tiro



Will sul Quinto Tiro



Chiodo di via

sabato 11 ottobre 2008

THREE PEOPLE IN THE SKY

Settimana piuttosto muovimentata che mi ha tenuto lontano dalla lombardia per 3 giorni. Ad Asti ho visto un sacco di film che usciranno sul mercato dal prossimo weekend a Natale. Qualcosa di buono ci sarà... ma ahimè ci sarà anche qualcosa di molto brutto.
Sabato scorso con Luca e Claudia siamo stati in Grignetta. Domenica invece con il Paolino Grisa siamo stati in Val di Mello a ripetere Luna Nascente. A parte un piccolo momento di panico quando è uscito un chiodo di sosta... tutto il resto è andato bene.

Cosa dire del sabato invece... La via in questione è la Via del Littorio alla Torre Costanza. Il nome fu appioppato da Cassin, Boga e Mary Varale per l'enorme fascio littorio che si trovava in vetta.

Oltre a qualche fotografia appiccico un breve passo del libro Capocordata scritto da Cassin stesso che racconta l'apertura della via.

[…] Finora questa parete non è mai stata scalata. Vi fu la scorsa primavera un tentativo di Comici con Mary Varale e Augusto Corti, troncato sull’inizio da un banale incidente: uscì un chiodo e Comici fece un volo. Da allora la Varale accarezza l’idea di portare a termine l’impresa e più volte me ne ha parlato. Boga ed io, da parte nostra, siamo ben lieti di unirci a lei. Alla parete nord dell’Angelina capocordata fu Boga: stavolta tocca a me […]
Giunti ai piedi della torre, pieghiamo a destra nel canale che ci porta sotto la parete est e saliamo per rocce facili alternate da liste verdi e pianerottoli erbosi fino alla placca che da un lato è saldata alla torre, dall’altro forma un camino che si contiene fra il terzo e il quarto grado. Lo rimontiamo legati con doppia corda per tutta la sua lunghezza. La roccia è fredda, le cortine nebbiose si vanno chiudendo, ma la ginnastica sostenuta ben presto ci infonde calore. Più tardi quando le difficoltà vere e proprie cominceranno, avrò modo di sudare.
Gli ostacoli iniziano infatti da questo pulpito in su, con una di quelle fessure strapiombanti che servono per i polpastrelli e i chiodi e nelle quali raramente i piedi entrano. Sono crepe non continuative ma alternate, che costituiscono, come già ho detto, una delle caratteristiche della Grignetta. Lungo questa fessura, Comici si era alzato sei o sette metri; trovo dei chiodi e la Varale – che ferma sul ballatoio insieme a Boga fa sicurezza – conferma che sono quelli del loro tentativo. Quei chiodi mi sono d’aiuto: con molta fatica ne piazzo altri […]
Ero convinto che dopo questo scabroso passaggio il terreno si facesse più mite, ma mi accorgo d’essere un inguaribile ottimista poiché quanto segue è ancora di sesto grado […].
Grandi difficoltà non ne restano e per piacevoli rocce tocchiamo la vetta. C’è vento a sdrucire la nebbia e la signora Varale, con la sua espansività, ci premia dandoci un bacio. Quando c’è una rappresentante del gentil sesso, compiuta un’ascensione si usa così: ed è un rito al quale teniamo in modo particolare. […]








venerdì 3 ottobre 2008

UNA VIDA LOCA

E' da parecchi giorni che voglio pubblicare un post sul mio blog.
Più volte ho effettuato l'accesso ma immancabilmente mi ricordavo di cose più urgenti da fare e sistemare.
Il corso di roccia mi ha impegnato non poco anche se non avevo l'impiccio della segreteria.
Ieri sera, con la cena finale, abbiamo salutato gli allievi. Sono molto contento perchè tra di loro ho visto gente veramente disposta a mettersi in gioco a 360 gradi. Gente che il primo giorno aveva paura di una corda doppia e in val di mello saliva Frizzina.
Un ottimo risultato.

Di recente mi sono iscritto a FaceBook e ho ritrovato dei vecchi amici. Gente che non vedevo da un sacco di tempo, gente che pensavo non si sarebbe più ricordata di me.

Un altro weekend è alle porte e cosa farò ancora non lo so... sto iniziando a sentire l'autunno e sento il bisogno di stoppare un attimo la mia vita. Una pausa di riflessione e meditazione su ciò che ho fatto fino ad oggi e su ciò che mi resta ancora da fare.

Sto leggendo un libro dal titolo ARRAMPICARE ERA IL MASSIMO. Ho oltrepassato da poco la metà ma ahimè lo trovo terribilmente noioso.

giovedì 25 settembre 2008

KUNDALINI - IL RISVEGLIO

Ieri ho scoperto Facebook, e in un batter d'occhio un sacco di amici si sono aggiunti. Tra questi c'è Tiziana che era con noi in val di Mello lo scorso weekend e che ha campeggiato abusivamente ai piedi del remenno. Mi sono permesso di rubarle qualche fotografia per il mio blog. Spero non s'incazzi... :-)
L'ordine è puramente casuale...















lunedì 22 settembre 2008

WE IN VAL DI MELLO

Eccomi a iniziare una nuova settimana lavorativa carica d'impegni.
Questo weekend è stato stupendo. L'ho trascorso in Val di Mello con un sacco di amici.
Sabato avevamo intenzione di ripetere la via "Il Lamone e le sue Placche" ma alla fine abbiamo sbagliato attacco e abbiamo percorso "Kraft - Cose buone dal mondo". Non so dire quale delle due sia la più difficile... di certo arrivare in sosta sia per il primo che per il secondo è stata una bella avventura.
Nel pomeriggio invece abbiamo fatto le più semplici "Tunnel Diagonale" e "Cunicolo Acuto". In serata, dopo una cena degna della valtellina a base di Pizzoccheri e Bresaola abbiamo campeggiato abusivamente nei pressi del Sasso Remenno. Un'atmosfera da anni '60.
La domenica invece l'ho trascorsa su "Il Risveglio di Kundalini" con il corso di roccia.
In entrambi i giorni non ho avuto capogiri, spero che questo capitolo sia definitivamente chiuso.

See you soon.

venerdì 19 settembre 2008

KUNG FU PANDA

IERI E' STORIA, DOMANI E' FUTURO, MA OGGI E' UN DONO.
PER QUESTO SI CHIAMA PRESENTE.

giovedì 18 settembre 2008

CLIMB AND THE SEA

Ho ripreso,

per la verità non ho fatto grandi cose, ma l'importante era ripartire ad alzare il mio culo da terra.



E' andato tutto bene. Non ho più avuto capogiri anche se ogni tanto, la sera, qualche piccolo stordimento ce l'ho ancora.

Abbiamo arrampicato 2 giorni a Finale Ligure, nella palestra del Monte Cucco per la precisione. L'idea era quella di andare alle Torri del Vajolet ma il meteo ribelle ci ha obbligato a cambiare meta. Certamente è stato meglio così. Nel catinaccio avremmo costruito pupazzi di neve. Qui, invece ci siamo divertiti un sacco.




L'uscita era con il corso di roccia per cui da Bergamo siamo partiti in tanti e in tanti ci siamo divertiti sabato sera mangiando in un agriturismo da favola e spendendo veramente poco!

Pura Vida y Hasta Pronto.

venerdì 12 settembre 2008

START

E' giunto il momento di ripartire. Dal giorno del Muzzerone è quasi passato un mese. E ora, più che mai ho una voglia matta di ricominciare. Non vedo l'ora di farmi il nodo delle guide, di calzare le mie miura, di srotolare una corda.
Il meteo non è certo il massimo. Siamo quindi stati obbligati a deviare il progetto originale che prevedeva le torri del vajolet. Domattina di buon ora ripartiamo per il Monte Cucco a Finale Ligure.
Let's start.
See you soon









venerdì 5 settembre 2008

NEXT DAYS

Tra poche ore terminerà la settimana lavorativa. Per la precisione quel lavoro che mi permette di godermi la vita.
Anche per questo weekend la montagna resterà appesa alla parete della mia camera e potrò consolarmi guardando miriadi di fotografie di vetta.
Il meteo non è dei migliori ma non mi pongo il problema perchè devo restare ancora a riposo 'alpino'.
Stasera e domattina trafficherò al cinema dove devo sradicare le poltrone per permettere il rifacimento del pavimento.
Forse domani pomeriggio, tempo permettendo farò qualche tiro di corda ma non so.
Domenica, terrò relazioni con i parenti quindi nulla di allettante.
E' dura.

Life is Short.

martedì 2 settembre 2008

RONDA NERA

Dopo il weekend scorso totalmente dedicato al corso di roccia, seppure senza aver calzato neppure l'imbraco, stasera con il buon Luca sono stato in falesia a Trezzo Sull'Adda. La famosa Ronda Nera.
E' una falesia che mi piace molto. Non perchè le vie siano spettacolari ma perchè permette un'allenamento molto importante per chi come me e Luca adora le dolomiti.

Visto i miei capogiri ho arrampicato totalmente da secondo. Qualche sbalordimento c'è stato ma onestamente pensavo peggio. Sento la nostalgia dell'arrampicata. Spero che questi malori se ne vadano in fretta.
Metto qualche foto dello scorso anno. Pura Vida


lunedì 1 settembre 2008

DANIELE CHIAPPA

Ieri sera mi stavo divertendo un sacco. Eravamo in un buon numero. Tutti seduti ad un tavolo. Piacevoli discussioni di amici, montagna e sogni. Come sempre del resto.
All'improvviso Tiziana, un'allieva del corso di roccia m'informa che è morto Daniele Chiappa. Sapevo della sua malattia ma onestamente credevo che quella data fosse ancora un poco lontana.
Per quel poco che conoscevo Daniele sapevo che era una persona abituata a lottare contro tutti e contro tutto.
Non pensavo potesse accadere così in fretta.

Molti alpinisti devono a lui un grazie perchè salvati dalle sue operazioni di soccorso alpino. Le più dure operazioni sono raccontate in un suo libro uscito un anno e mezzo fa. Ora quel libro resta l'ultima testimonianza, almeno per quelli che come me non l'hanno mai incontrato fisicamente.

Lui sarà sempre l'uomo del soccorso per la maggior parte delle persone che come me sono appassionati di montagna. Ma per quelli che come me hanno amato la patagonia sanno che Daniele fu uno dei quattro a varcare per primi la cima del Cerro Torre.

Per me il suo nome è sinonimo di quella terra. Non sarà dimenticato.

lunedì 25 agosto 2008

CORDE GEMELLE

Dedicato a...
a te,
caro collega alpinista. Come me e il mio gemello, affetto da questa inguaribile malattia.
a te,
che come noi conosci il turbine delle emozioni che si rinnovano ad ogni uscita: la febbrile eccitazione del progetto, l'ansia della vigilia, la gioia dell'azione, e, a scalata conclusa, l'abbandono satollo nella quiete irreale della casa ritrovata (ma non per molto, solo fino alla prossima ricaduta).
a te,
che come noi ha assaggiato le asprette e le bellezze dei bivacchi (previsti e non), le amarezze delle sconfitte, le delusioni delle rinunce. Che forse purtroppo hai anche provato l'atterramento della disgrazia: al tuo compagno di corda o a un altro alpinista sconosciuto.
a te,
che tu sia un alpinista di salite ardite oppure docili, o che abbia anche solo desiderato di fare scalate, studiandone meticolasemente e appassionatamente i percorsi sui sacri testi.
Questa è l'introduzione del libro Corde Gemelle che ho iniziato a leggere. Ne ho letto metà e devo dire che è spassosissimo. Da divorare.
Oggi ho aggiornato il sito con alcune relazioni. Vi regalo qualche fotografia. Immagini a caso. Scegliete voi il come, il dove, il quando. Io, e solo io, so il perchè.