a te,
caro collega alpinista. Come me e il mio gemello, affetto da questa inguaribile malattia.
a te,
che come noi conosci il turbine delle emozioni che si rinnovano ad ogni uscita: la febbrile eccitazione del progetto, l'ansia della vigilia, la gioia dell'azione, e, a scalata conclusa, l'abbandono satollo nella quiete irreale della casa ritrovata (ma non per molto, solo fino alla prossima ricaduta).
a te,
che come noi ha assaggiato le asprette e le bellezze dei bivacchi (previsti e non), le amarezze delle sconfitte, le delusioni delle rinunce. Che forse purtroppo hai anche provato l'atterramento della disgrazia: al tuo compagno di corda o a un altro alpinista sconosciuto.
a te,
che tu sia un alpinista di salite ardite oppure docili, o che abbia anche solo desiderato di fare scalate, studiandone meticolasemente e appassionatamente i percorsi sui sacri testi.
Questa è l'introduzione del libro Corde Gemelle che ho iniziato a leggere. Ne ho letto metà e devo dire che è spassosissimo. Da divorare.
Oggi ho aggiornato il sito con alcune relazioni. Vi regalo qualche fotografia. Immagini a caso. Scegliete voi il come, il dove, il quando. Io, e solo io, so il perchè.