Prima di prendere sotto ho sfogliato qualche pagina di Facebook... e mi sono ritrovato tra le mani queste parole di Enrico Camanni che regalo a mia volta ai pochi lettori fissi di questo blog!
La montagna è una febbre che ti prende da
giovane e ti resta dentro, anche se il mondo va cambiando intorno a te,
anche se i muscoli un giorno dicono basta e la famiglia reclama i tuoi
spazi, e forse altre ragioni di vita meno egoistiche e più nobili
vengono a sovrapporsi nel corso del tempo. Nonostante tutto alpinisti si
resta, e da alpinisti, fino all’ultimo, si continua ad osservare le
montagne con sguardo obliquo, cercando
vie di salita, vagliando i colori e la grana della roccia, soppesando le
condizioni del ghiaccio nell’algida luce di un’alba o nel riverbero di
un tramonto. L’attaccamento alle pareti non si misura con gli anni e
forse nemmeno con l’azione. Si misura con la passione. Questo è il
fantastico, enigmatico, umanamente folle e follemente umano fascino
della montagna, dove non ha senso ciò che si vede, ma solo quello che
non si vede. Quella fiammella che gli alpinisti si portano dentro
cercando di non scottarsi troppo.
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