Interessante convegno che si è svolto a Valmadrera lo scorso 6
aprile con numerosi ospiti presenti. Diverse persone importanti. Diverse
persone che occupano spazio nella mia libreria.
Il punto di
partenza per le mie conclusioni parte proprio da una frase di Ivo
Ferrari. "Io vado in montagna, io arrampico per me stesso". Delle
persone presenti (Alessandro Gogna, Ivo Ferrari, Elio Orlandi, Marco
Anghileri e Ivan Guerini) solo Ivo ha avuto il coraggio di esternarsi
così profondamente. Sono però pienamente convinto che tutti loro hanno
fatto il loro percorso unicamente per loro stessi. Se non fosse così...
perchè l'Ivan Guerini ha lasciato la Val di Mello dopo che ha iniziato
ad essere frequentata?
Il tramandare una passione però non è
un'azione che si compie volutamente. E' il proprio io a lasciare una
traccia. Mi spiego meglio:
Alessandro Gogna. Un grande della storia
dell'alpinismo. Uno che ha cavalcato diverse epoche. Dagli scarponi ai
piedi alle scarpette sulle placche lisce del Tempio della Magia. Eppure
Alessandro, con le sue imprese (Prima solitaria della Cassin alle
Walker, prima invernale alla nord est del Badile, ecc...) ha fatto
sognare tante persone. Con i suoi libri (ha anche fondato una casa
editrice) ha tramandato la storia. La sua e quelli di altri venuti prima
di lui. Senza la conoscenza della storia. Senza il rispetto di chi ci
ha preceduto non possiamo guardare al futuro.
Ivo Ferrari è uno
schietto. Parla a braccio e con semplicità. E' l'uomo che mi conquista
più per i suoi silenzi mediatici. Eppure con le sue solitarie e le sue
avventure sulle Pale di San Lucano hanno qualcosa di eccezionale. Le
emozioni fermentano dentro di lui e dopo qualche tempo compaiono brevi
racconti su facebook (e solo dopo sul notiziario del CAI di Bergamo) che
sono in grado d'intrappolarti e di condividere con lui la salita.
Elio
Orlandi. E' l'alpinista che conosco di meno. La sua attività in
Patagonia è notevole ma dentro di me porto una voce tremolante ad una
edizione del festival di Trento dove ricorda l'amico Cesarino Fava. Ed è
nell'ultimo suo viaggio in Patagonia che Elio m'intrappola: La ricerca
dell'amico travolto da valanga sino allo stremo delle forze. Il compagno
di cordata. La cosa più importante che ci sia. Più della via, della
vetta.
Marco Anghileri. Marco Anghileri racconta le sue avventure
sulle montagne di casa. Lo fa postando su dei forum e catturando tanti
lettori. Le avventure sono tra le più varie. Dalla ripetizione di 6 vie
Cassin in una sola giornata ad un grande concatenamento al Medale. 2000
metri sopra il lago è la prova che Marco ha una storia d'amore
bellissima con le montagne che lo avvolgono. E' follemente innamorato e
come un'adolescente le racconta agli amici. Lo ammiro perchè insegna che
l'avventura e la novità sono alla portata di tutti. Basta indossare
occhi da sognatori.
E infine c'è l'Ivan Guerini. E' la seconda volta
che sento una sua conferenza e questa volta ne esco meno sconvolto dalla
prima. E' un uomo di cultura e spesse volte faccio fatica a tenere il
passo mentre parla. Ma quest'uomo ha una filosofia di vita che insegna
al rispetto. Alla natura prima di tutto alla semplicità poi.
Chi
ha scelto i relatori è stato bravo. Non era assolutamente facile.
Conosco alpinisti che ricoprono posti importanti nel grande libro della
storia dell'alpinismo. Uomini che raggiungono gli 8000 in inverno e poi
mentre si trovano dall'altra parte del mondo, in un terribile 27
dicembre 2005 mentre tu stai vivendo un lutto fortissimo trovano il
tempo per scrivere le 10 regole per scalare in sicurezza una cascata di
ghiaccio e farle pubblicare sul giornale a fianco alla fotografia del
tuo amico che non c'è più. E' come violentare una seconda volta una
donna stuprata. Oppure alpinisti che portano un maglione rosso
importante e che hanno pure la patacca di accademico che su una rivista
importante come Meridiani e Montagne rubano una mia relazione e la
pubblicano a loro nome. Cosa possono trasmettere queste persone? Io non
posseggo risposta.
Durante la serata i cinque si sono confrontati
e scontrati. E' giusto così. Ognuno di loro sta aprendo una nuova via
su una grandissima parete nord. Un giorno arriverà qualcuno che trovando
la parete gradinata ripeterà la via qualunque essa sia. Si, la
ripeteranno perchè gli apritori avranno lasciato le loro tracce.
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